Sempre nel 2007 apre il suo primo negozio di gioielli, in via del Governo Vecchio, a Roma, in compagnia degli ultimi artigiani rimasti, e lo arreda come fosse lo scrigno dei suoi gioielli, con mobili d'antiquariato, presi nei mercati di Roma, poltrone e lampade anni '50, scaffali e vetrine di una vecchia farmacia, con 185 cassettini, 185 come le creazioni che compongono la sua prima collezione. I suoi colori sono un mix, affondano nelle radici del suo marchio, con il nero, l'avorio e l'oro, a cui aggiunge i verdi assenzio e penicillina, tributo agli intrugli di erbe e alle droghe, venduti in quella vecchia farmacia, ora diventata un prezioso scrigno. Filo conduttore della sua collezione è il continuo oscillare fra il bene ed il male, la vita e la morte,quello che vuole è esorcizzare attraverso l'arte applicata, questo concetto che spesso fa paura.
"In fin dei conti, dice, gli insetti, le ranocchie e i serpenti, sono gli ingredienti essenziali delle ricette dei vecchi laboratori di alchimia e delle pozioni magiche delle streghe e delle befane che - prima di me - avevano scelto proprio il quartiere di Piazza Navona."